Industry 4.0 una sfida da vincere. La Fim Cisl ne parla il 1 marzo

Febbraio 28, 2019
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In questo periodo storico assistiamo sempre più spesso a dibattiti sulla quarta rivoluzione industriale. Si analizza l’efficienza,oppure il numero di lavoratori che coinvolgerà e quanti ne saranno esclusi. C’è un aspetto di industry 4.0 però che molti tecnici trascurano: l’eco-sostenibilità delle nuove tecnologie, l’innovazione  e la formazione.

Il 1 marzo presso la cassa edile di Frosinone, la segreteria provinciale ha organizzato un convegno che tratta queste tematiche.

Il relatore, Mauro Greci, delegato della Fim Cisl in Abb S.p.A. (Frosinone) da sempre sensibile a queste tematiche, aprirà il dibattito.

L’idea di fondo è sensibilizzare aziende e opinione pubblica, sul rapporto direttamente correlato tra la necessita delle aziende di puntare sull’innovazione e allo stesso tempo formare i dipendenti per sapersi rapportarsi al meglio con industry 4.0 e farsì che il tutto si sviluppi nel rispetto dell’ambiente.

Cerchiamo di capire l’idea di fondo che ci ha spinto ad organizzare questo convegno.

E’ impensabile oggi pensare al sindacalista come colui che deve limitarsi a gestire tematiche circoscritte al posto di lavoro.

Se la digitalizzazione e la tecnologizzazione del lavoro saranno strumenti fondamentali per rendere le aziende competitive a livello mondiale, il sindacato deve parallelamente gestire non solo i temi e le problematiche che si generano nei posti di lavoro, ma anche tutelare la nostra vita sociale.

Entriamo nell’ordine di idee che alcune problematiche di industry 4.0 ci coinvolgeranno anche fuori dal perimetro dello stabilimento, con conseguenze dannose per la nostra vita.

Si pensi all’impatto ambientale, per esempio, grazie al contributo del sindacato e degli R.L.S vivere in un ambiente salubre e privo di rischi in fabbrica inizia ad essere normale, è illogico di converso però vivere in un ecosistema inquinato.

Fuori dal posto di lavoro quindi abbiamo una vita e questa vita va tutelata, e il compito delle organizzazione sindacale è quello di garantire un’eco-sostenibilità delle tecnologie di industry 4.0.

La gestione ambientale da parte del sindacato è ormai una necessità, si deve quindi considerare la formazione ambientale del sindacato come una componente fondamentale affinché tutti i sindacalisti possano essere preparati per giocare un ruolo di avanguardia, nelle aree di sua competenza, a favore di uno sviluppo sostenibile. Questo significa potenziare la cultura ambientale nel sindacato come processo generale, al fine di garantire un doppio risultato: contribuire ad una presa di coscienza da parte della popolazione per ciò che riguarda i problemi ambientali e stimolare il desiderio di partecipazione attiva alle attività finalizzate alla soluzione di questi problemi.

Ma non solo, industry 4.0 rimodula il rapporto che dobbiamo avere nei confronti del posto di lavoro. La tecnologizzazione è rapida e lo sarà ancor di più nel corso degli anni, e le competenze per saperci rapportare ad essa diventano la prerogativa per garantirci “il posto”. La Fim Cisl crede molto nella quarta rivoluzione industriale, è consapevole che se vogliamo competere a livello mondiale con le altre aziende dobbiamo puntarci seriamente, ma ciò può avvenire solo con una formazione precisa, continua nel tempo, e certificata. Le aziende devono formarci, e questo processo di acculturazione non deve essere tout court ma specifica,  in linea quindi con le reali esigenze  tecniche del mercato del lavoro di appartenenza . Con l’ultimo CCNL viene istituito il diritto soggettivo alla formazione. Le aziende sono obbligate a formare i propri addetti per un massimo di 24 ore e questo percorso deve essere certificato. Gli RSU hanno un compito peculiare e di grande rilevanza: collaborare con il management nel creare percorsi formativi in linea con le esigenze dell’azienda. Formare i propri addetti diventa importante soprattutto per essere all’avanguardia nel mondo del lavoro.

Accanto alla formazione ci deve essere innovazione. Le organizzazioni sindacali devono promuoverla all’interno delle fabbriche, ma anche la politica deve fare la sua parte. Finanziare start-up che diano supporto professionale in questo ambito deve iniziare ad essere la base per partire. Ma non solo, percorrere la strada di aiutare le aziende in questa fase attraverso aiuti statali o progetti europei deve inizare ad essere la base per crescere in questa dimensione.

All’interno del convegno che stiamo pubblicizzando avranno un ruolo fondamentale la testimonianza di alcuni esperti nel settore dell’innovazione, formazione ed eco-sostenibilità che ci aiuteranno a  capire l’importanza di questi temi.

 

Raffaele Santoro

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