Vertenza Abb di Vittuone, lontana la soluzione per i 123 lavoratori: la situazione!

Maggio 19, 2019
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Momenti della manifestazione dei lavoratori ABB

Pochi mesi fa presso lo stabilimento di Vittuone erano “andati a segno” gli ultimi dei 150 esuberi iniziati nel 2016. La soluzione di questa vicenda sancì una poderosa vittoria sindacale che ricollocò i 150 lavoratori presso altre sedi del gruppo e/o in altri reparti della stessa sede di Vittuone e per chi aveva i requisiti il ricorso al pensionamento.

Adesso, nonostante la nostra azienda fa profitto e innovazione, l’incubo per i lavoratori per questo sito produttivo potrebbe ricominciare.

I problemi per 123 lavoratori- sono iniziati a metà gennaio, quando ABB ha annunciato il nuovo piano industriale volto a riorganizzare il settore motori e generatori a livello Europa. Che vuol dire? ABB è presente nel territorio Italiano con 5 divisioni:

  • Electrification
  • Industrial Automation
  • Motion
  • Robotics & Discrete Automation
  • Power Grid

Ed è proprio la divisone “Industrial Automation” che la multinazionale elvetica vuole riorganizzare. Il suo progetto è quello di spostare l’intera produzione di Vittuone che produce motori e generatori elettrici- ad Helsinki, in Finlandia, e – successivamente – in India, mettendo a repentaglio il futuro lavorativo di 123 colleghi.

Sito produttivo ABB Vittuone

Il piano industriale presentato alle organizzazioni sindacali è apparso da subito molto criptico, non solo perché mette a rischio il futuro di 123 famiglie, ma soprattutto perché si ha l’impressione che manchi la voglia di collaborare con i sindacati per arrivare ad un accordo che vada bene per tutti. L’Azienda mette sul piatto incentivi economici per chi vorrà andare in pensione volontariamente oppure dare le dimissioni (sempre in regime di totale volontarietà), mentre per chi si sposta in altri siti della Lombardia un rimborso delle spese di trasporto. Ed è qui che troviamo un primo disaccordo tra le parti,parliamo infatti di una quota economica di 200 euro-istituita in un precedente accordo e “riutilizzabile” ogni volta che c’è necessità – per compensare l’aumento delle spese di trasporto inevitabili in situazioni di ricollocazione presso altre sedi, ABB afferma che non è intenzionata ad aumentare quel contributo. Secondo i sindacati questa somma al netto della diminuzione del potere d’acquisto degli stipendi risulta essere troppo bassa, infatti, secondo il coordinamento, non coprirebbe l’aumento delle spese da sostenere per lo spostamento verso la nuova sede di lavoro.  Manca infine un piano che spieghi dove e come verranno ricollocati gli altri lavoratori, che legittimamente vorranno continuare a lavorare in ABB.

Nella foto: Andrea Donegà segretario generale Fim Cisl Lombardia

Molti sono i problemi da risolvere per dare certezza ai 123 colleghi di Vittuone, non è reato affermare che all’uscita dal Mise la delusione da parte dei sindacati era molta. “La trattativa per la vertenza sulla ristrutturazione della linea motori dello stabilimento Abb di Vittuone, che impatta su 123 posizioni lavorative, è a una svolta che potrebbe mettere a rischio il raggiungimento di un accordo positivo che tuteli le persone. Dopo 5 mesi di trattativa, l’azienda si riserverà di aprire la procedura di riduzione di personale, come previsto dalla normativa di legge”, queste le parole del segretario Fim Lombardia Andrea Donegà, che fanno trasparire tutta la delusione per una trattativa che ABB vuole impostare non tenendo conto delle esigenze di chi lavora in quel sito.

Poche settimane fà un episodio increscioso ha minato ancora di più i rapporti tra azienda e coordinamento. Un dipendente si vede licenziato il giorno prima di tornare al lavoro -al rientro dopo un periodo di aspettativa sindacale- per la soppressione del suo posto di lavoro. L’azienda ha comunicato che, seppur doveva riprendere servizio dopo il distacco per l’impegno nel sindacato, per i motivi sopracitati era costretta a procedere con il licenziamento.

Furiosa la reazione di Fim-Fiom-Uilm nazionali che parlano di “motivazioni pretestuose e inaccettabili, soprattutto perché in un gruppo con oltre 5.000 dipendenti sussistono sicuramente le possibilità di ricollocazione di un dipendente”.

Quest’ultimo fatto di certo non aiuta i rapporti tra coordinamento e azienda e rendono ancor più difficili i rapporti sindacali, complicando ancor più la vertenza dei 123 colleghi del sito Lombardo.

Siamo sicuri che la Fim Cisl insieme a Fiom Cgil e Uilm Uil riuscirà a portare a casa un accordo che sarà vitale per il futuro delle 123 famiglie coinvolte da questa vertenza, ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti.